In occasione della giornata mondiale della natura, che ha come ricorrenza il 3 marzo, abbiamo pensato di affrontare il sempre attuale tema dell’abbandono dei rifiuti.
Cercheremo di rispondere alla seguente domanda: I rifiuti abbandonati che impatto hanno sull’ambiente?
Contenuti di questo articolo:
Abbandono dei rifiuti: la normativa
Gli articoli del TUA che trattano la disciplina dell’abbandono dei rifiuti sono i seguenti:
- 192: configura la fattispecie del reato e stabilisce il divieto di deposito incontrollato e di abbandono di rifiuti sul suolo e nel sottosuolo, con relativi obblighi. Si apprende che:
L’abbandono e il deposito incontrollati di rifiuti sul suolo e nel suolo sono vietati. 2. è altresi’ vietata l’immissione di rifiuti di qualsiasi genere, allo stato solido o liquido, nelle acque superficiali e sotterranee. 3. Fatta salva l’applicazione della sanzioni di cui agli articoli 255 e 256, chiunque viola i divieti di cui ai commi 1 e 2 è tenuto a procedere alla rimozione, all’avvio a recupero o allo smaltimento dei rifiuti ed al ripristino dello stato dei luoghi in solido con il proprietario e con i titolari di diritti reali o personali di godimento sull’area, ai quali tale violazione sia imputabile a titolo di dolo o colpa, in base agli accertamenti effettuati, in contraddittorio con i soggetti interessati, dai soggetti preposti al controllo(…)
- 255: stabilisce l’applicazione di sanzione amministrativa a carico di persona fisica.
- 256: stabilisce l’applicazione di sanzione penale a carico di persona giuridica.
Quali sono le sanzioni?
Iniziamo col chiederci cosa dice la normativa vigente in riferimento all’abbandono dei rifiuti.
L’art. 255 stabilisce l’ammontare della sanzione a carico della persona fisica in caso di abbandono dei rifiuti:
Fatto salvo quanto disposto dall’articolo 256, comma 2, chiunque, in violazione delle disposizioni di cui agli articoli 192, commi 1 e 2, 226, comma 2, e 231, commi 1 e 2, abbandona o deposita rifiuti ovvero li immette nelle acque superficiali o sotterranee è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da trecento euro a tremila euro. Se l’abbandono riguarda rifiuti pericolosi, la sanzione amministrativa è aumentata fino al doppio.
La sanzione dunque, si aggira tra i 300€ fino ad arrivare ad un importo massimo di 3000€. Inoltre se la persona fisica ha abbandonato rifiuti di tipo pericoloso, la sanzione aumenta fino al doppio.
L’art. 256 invece, regola la sanzione a capo della persona giuridica:
Chiunque effettua una attivita’ di raccolta, trasporto, recupero, smaltimento, commercio ed intermediazione di rifiuti in mancanza della prescritta autorizzazione, iscrizione o comunicazione di cui agli articoli 208, 209, 210, 211, 212, 214, 215 e 216 è punito: con la pena dell’arresto da tre mesi a un anno o con l’ammenda da duemilaseicento euro a ventiseimila euro se si tratta di rifiuti non pericolosi; b) con la pena dell’arresto da sei mesi a due anni e con l’ammenda da duemilaseicento euro a ventiseimila euro se si tratta di rifiuti pericolosi. 2. Le pene di cui al comma 1 si applicano ai titolari di imprese ed ai responsabili di enti che abbandonano o depositano in modo incontrollato i rifiuti ovvero li immettono nelle acque superficiali o sotterranee in violazione del divieto di cui all’articolo 192, commi 1 e 2.
Da quanto si può evincere dalla norma, se il soggetto giuridico viene denunciato all’autorità giudiziaria è passibile di denuncia penale con arresto da 3 mesi a 1 anno e ammenda da 2.600 € a 26.000 € (abbandono di rifiuti non pericolosi), oppure con arresto da 6 mesi a 2 anni e ammenda da 2.600 € a 26.000 € (abbandono di rifiuti pericolosi). I trasgressori, siano essi soggetti privati o giuridici, sono obbligati al ripristino dello stato dei luoghi e a sostenere le spese per il recupero e per lo smaltimento dei rifiuti abbandonati.
Le conseguenze ambientali dell’abbandono dei rifiuti
Abbandonare i rifiuti in natura è sbagliato e riprovevole sotto numerosi punti di vista.
Sappiamo bene che le conseguenze dell’abbandono dei rifiuti nell’ambiente impattano non solo sull’ambiente circostante ma anche sulla salute di tutti gli esseri viventi che lo abitano, compresi gli esseri umani.
Abbandonare un rifiuto pericoloso o non pericoloso significa lasciare un’amara eredità a coloro che abiteranno il pianeta dopo di noi: i nostri figli, i nostri nipoti i quali dovranno affrontare le terribili conseguenze di cui stiamo, già adesso, facendo esperienza.
Il rifiuto abbandonato modifica nel tempo la propria composizione chimico-fisica rilasciando sostanze nocive nell’ambiente, inquinando il terreno e le falde acquifere sottostanti, le quali sono una parte preziosa dell’approvvigionamento idrico.
Si sente abbastanza spesso parlare del fenomeno delle microplastiche, di cui abbiamo scritto anche qui, le quali sono ormai rinvenibili in grandi quantità nei nostri fiumi e mari e delle quali pesci e crostacei si cibano inconsapevolmente. Tracce di microplastiche sono state rinvenute anche nella placenta umana.
Quanto durano i rifiuti abbandonati nell’ambiente?
Per prendere consapevolezza rispetto alla dimensione del problema, seguiranno alcune curiosità in merito alla longevità di alcuni rifiuti che vengono quotidianamente abbandonati nell’ambiente. Come riportato sul sito Sardegna Foreste:
- un mozzicone di sigaretta dura almeno 5 anni, come una gomma da masticare;
- una lattina di alluminio resterà sul terreno tra 20 a 200 anni;
- un sacchetto di plastica, se nel frattempo non avrà fatto soffocare qualche animale indifeso, permarrà tra 100 e 900 anni insieme a piatti e posate e bicchieri di plastica, bottiglie, cartucce;
- il polistirolo imbiancherà il bosco per mille anni, più di un ghiacciaio perenne!
- una bottiglia di vetro, testimonierà per 4000 anni l’inciviltà di chi l’ha abbandonata.
E le mascherine con le quali abbiamo ormai imparato a convivere e che troviamo galleggianti nei corsi d’acqua, campeggianti nelle aree verdi, logorate ai lati delle strade?
Le mascherine chirurgiche e le FFP2 sono composte principalmente di polipropilene e poliestere, ovvero plastiche pertanto impiegano all’incirca 400 anni a compiere il loro processo di degradazione, quanto una bottiglia di plastica!
A titolo informativo, è bene ricordare che maggior tempo di degradazione non significa automaticamente maggior danno all’ambiente. Come abbiamo detto, una bottiglia di vetro impiegherà circa 4000 anni a degradarsi ma il suo impatto sull’ambiente è decisamente inferiore in termini di nocività rispetto a quello di una bottiglia di plastica, che ne impiega “solo” 450.
La plastica una volta degradata resta ancora un inquinante. Le microplastiche non sono biodegradabili. Una volta presenti nell’ambiente, si accumulano e vi rimangono, e i loro effetti sulla salute sono ancora in fase di studio.
In conclusione…
Non sapremmo davvero come concludere questo post se non con la speranza che il nostro lavoro, così come quello di molte altre aziende impegnate nella corretta gestione dei rifiuti, possa aiutare a ridimensionare la portata del problema che i rifiuti rappresentano per la nostra salute e quella del nostro pianeta.
Basta davvero poco per fare tanto.
Abbandonare i rifiuti, oltre ad essere un reato penale, è anche e soprattutto un’azione suicida.
La salute del nostro ambiente riguarda tutti noi.