I rifiuti sanitari sono una categoria di rifiuti regolata tramite il DPR n. 254/2003, art. 2 che ne disciplina la gestione.
I rifiuti sanitari vengono prodotti all’interno di studi medici, odontoiatrici, cliniche e ospedali ma con l’avvento della pandemia, con l’uso quotidiano delle mascherine, ci siamo trovati ad utilizzare un dispositivo che, fino a poco tempo fa, rientrava esclusivamente in questa categoria.
Vediamo come si smaltiscono i rifiuti sanitari e come vengono classificate le nostre nuove compagne di vita: le mascherine chirurgiche.
Contenuti di questo articolo:
Cosa sono?
Il DPR definisce come rifiuti sanitari:
tutti quei rifiuti che derivano da strutture pubbliche e private individuate ai sensi del decreto legislativo 30-12-1992, n. 509 (Riordino della disciplina sanitaria), e successive modificazioni, che svolgono attività medica e veterinaria di prevenzione, diagnosi, di cura ,di riabilitazione e di ricerca ed erogano le prestazioni di cui alla legge 23-12-1978 n.833” (Istituzione del servizio sanitario nazionale).
Inoltre sono disciplinate dal suddetto regolamento, anche:
“I rifiuti speciali prodotti al di fuori delle strutture sanitarie, che come rischio risultino analoghi ai rifiuti pericolosi a rischio infettivo, con l’esclusione degli assorbenti igienici.”
I soggetti interessati dal D.P.R ricomprendono tutte le strutture sanitarie (ospedali, case di cura, ambulatori, studi medici) e tutti gli operatori sanitari pubblici e privati, ovvero medici di base, pediatri di libera scelta, odontoiatri, liberi professionisti, ecc., in quanto produttori di rifiuti speciali.
Quali sono?
I rifiuti sanitari elencati e normati dal D.P.R sono:
Tutti materiali monouso usati per diagnosi, terapia e per protezione personale; materiali per medicazione, assorbenti igienici, pannolini, pannoloni; denti, piccole parti anatomiche non riconoscibili, organi e parti anatomiche non riconoscibili, rifiuti di gabinetti dentistici; rifiuti di ristorazione, spazzatura. Rifiuti taglienti, contenitori vuoti di farmaci.
Come si smaltiscono i rifiuti sanitari
Per comprendere come si smaltiscono i rifiuti sanitari bisogna conoscerne la tipologia:
Distinguiamo tra:
-
Rifiuti sanitari non pericolosi
Tutti i rifiuti che non sono compresi tra i rifiuti pericolosi di cui al D.Lgs 5.2.97 n.22. ovvero i rifiuti sanitari che non compaiono nella lista dei rifiuti pericolosi.
Sono ad esempio rifiuti sanitari non pericolosi i taglienti inutilizzati come gli aghi, le siringhe e le lame.
Possono essere custoditi presso il luogo di produzione per un anno, salvo che non si superi il quantitativo di 20mc. In tal caso la cadenza di smaltimento consigliata è trimestrale.
-
Rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo
Fanno parte di questa tipologia i medicinali citotossici e citostatici, sostanze chimiche di scarto pericolose, rifiuti di amalgama prodotti da interventi odontoiatrici, soluzioni fissative, di sviluppo e attivanti a base acquosa, lampade fluorescenti, batterie al piombo, al nichel cadmio, contenenti mercurio.
Possono essere custoditi presso il luogo di produzione per un anno, salvo che non si superi il quantitativo di 10mc. In tal caso la cadenza di smaltimento consigliata è almeno bimestrale.
-
Rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo (e speciali)
Sono i rifiuti che devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolari per evitare infezioni. Sono rifiuti contaminati da:
- sangue o altri liquidi biologici che contengano sangue in quantità tale da renderlo visibile;
- feci o urine, nel caso in cui sia ravvisata clinicamente dal medico che ha in cura il paziente una patologia trasmissibile attraverso tali escreti;
- liquido seminale, secrezioni vaginali, liquido cerebro spinale, liquido sinoviale, liquido pleurico, liquido peritoneale, liquido pericardio o liquido amniotico.
I rifiuti pericolosi a rischio infettivo possono essere smaltiti in impianti di termodistruzione come rifiuti assimilati agli urbani, a seguito del processo di sterilizzazione.
Possono essere custoditi presso il luogo di produzione per cinque giorni dal momento della chiusura del contenitore i quali possono essere protratti a trenta giorni solo per quantitativi inferiori a 200 litri e sempre nel rispetto dei requisiti di igiene e sicurezza che rientrano nelle responsabilità del produttore.
Devono inoltre essere contenuti in apposito imballaggio a perdere con la dicitura “rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo” e il simbolo del rischio biologico, e se si tratta di rifiuti taglienti o pungenti devono essere contenuti in apposito imballaggio a perdere resistente alla puntura con dicitura “ rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo taglienti e pungenti”.
-
Rifiuti sanitari assimilati ai rifiuti urbani
Se il rifiuto non presenta carattere di pericolosità e non è a rischio infettivo, è assoggettato al regime giuridico e alle modalità di gestione dei rifiuti urbani.
Appartengono a questa categoria rifiuti del tipo:
Spazzatura, rifiuti derivanti dalla preparazione di pasti, dall’attività di ristorazione, vetro, carta, cartone, plastica, metalli, indumenti e lenzuola monouso, gessi ortopedici e bende, assorbenti igienici anche contaminati da sangue esclusi quelli dei degenti infettivi, pannolini pediatrici e i pannoloni, i contenitori e le sacche utilizzate per le urine, contenitori vuoti di farmaci, di vaccini ad antigene spento, di soluzioni per infusione.
-
Rifiuti sanitari che richiedono particolari modalità di smaltimento
Fanno parte di questa categoria i rifiuti sanitari del genere:
- farmaci scaduti o inutilizzabili; medicinali citotossici e citostatici ed i materiali visibilmente contaminati che si generano dalla manipolazione ed uso degli stessi.
- Organi e parti anatomiche non riconoscibili (pericolosi a rischio infettivo)
- Sostanze stupefacenti e altre sostanze psicotrope
Le ultime due tipologie elencate devono essere smaltite presso impianti di incenerimento.
Le mascherine chirurgiche sono rifiuti sanitari?
Come accennato all’inizio dell’articolo, le mascherine chirurgiche sono entrate a far parte, da due anni ormai, della nostra quotidianità.
Sono diventate un oggetto indispensabile per accedere ai luoghi pubblici al chiuso e in quelli particolarmente affollati dove non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza.
Le mascherine chirurgiche sono considerate DPI (dispositivi di protezione individuale) anche se in modo improprio rispetto alla definizione normativa.
Se non prodotte all’interno dei luoghi suddetti, che svolgono attività medica e veterinaria di prevenzione, diagnosi, di cura, di riabilitazione e di ricerca, non possiamo classificarle come rifiuti sanitari ma andranno classificate come rifiuti urbani, nello specifico secco o indifferenziato.
Nell’ambito dello stato di emergenza sanitaria nazionale connessa all’infezione da virus SARS-Cov-2, le indicazioni in materia di raccolta e gestione dei rifiuti costituiti da DPI usati sono pervenute dal Ministero della Salute, dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente.
La loro gestione subisce alcune variazioni in relazione alla provenienza; se provengono da abitazioni nella quali vi siano casi accertati di positività al virus o se non ve ne sono.
In particolare, a meno che sul territorio non siano state organizzate specifiche modalità, le procedure individuate sono:
- Abitazioni dove risiedono persone malate o positive al tampone o in quarantena obbligatoria: In questo caso la raccolta differenziata deve essere interrotta e tutti i rifiuti prodotti devono essere conferiti nell’indifferenziato. Devono essere utilizzati almeno due sacchetti, uno dentro l’altro il quale non deve essere schiacciato, toccato a mani nude e deve essere tenuto lontano dagli animali da compagnia. Il sacco deve essere conferito secondo le modalità in vigore sul territorio per la raccolta dei rifiuti indifferenziati.
- Abitazioni dove non risiedono persone malate o positive al tampone o in quarantena obbligatoria: In questo caso la raccolta differenziata va seguita regolarmente mentre i fazzoletti, i rotoli di carta, le mascherine, i guanti monouso vanno conferiti nei rifiuti indifferenziati. Per la gestione del sacchetto valgono le buone pratiche suddette.
In conclusione…
Abbiamo visto come si smaltiscono i rifiuti sanitari e rinfrescato le modalità di smaltimento dei DPI con i quali ormai abbiamo imparato a convivere.
Smaltire correttamente i rifiuti sanitari è importante sia per la salute pubblica che per quella dell’ambiente.