Riciclo della plastica: distinguiamo tra plastica riciclabile e non riciclabile

Come ormai ben noto anche ai meno informati in materia di ecologia e riciclo, la plastica rappresenta un serio problema per il nostro ambiente. È per tale motivo che il tema sul riciclo della plastica appare più attuale che mai.

La versatilità delle materie plastiche ha permesso agli esseri umani di creare nuovi prodotti e migliorare quelli già esistenti, consentendo sia di ottimizzarne i costi sia, in alcuni casi, di ridurne l’impatto inquinante. La produzione di plastica è aumentata esponenzialmente dal 1950 portando con sé lo sviluppo di una cultura dell’usa e getta caratteristica dell’età moderna.

Inquinamento lago rifiuti

Risulta sempre più tristemente visibile ai nostri stessi occhi, l’ingente volume di rifiuti composti da plastica che infestano i mari, gli oceani e le coste. La popolazione acquatica e l’intero ecosistema soffrono enormemente a causa della presenza di plastiche e di microplastiche fluttuanti nell’acqua.

Le microplastiche sono particelle di plastica di dimensioni inferiori ai 5mm (più precisamente tra i 0.1micrometri e 5mm) derivanti da un rifiuto composto da plastica che, nel corso del tempo, ha subito un processo di degradazione dovuto al movimento dell’acqua, alla luce o allo sfregamento con altri materiali.

I danni provocati dalle microplastiche sono attualmente in fase di studio, ma la comunità scientifica ha già manifestato la sua preoccupazione per il fenomeno, dal momento che questa particolare forma di rifiuto è stata rinvenuta all’interno dello stomaco di pesci, molluschi e animali non acquatici; gli stessi animali che finiscono poi sui nostri piatti. Non meno allarmante il ritrovamento di microplastiche nei sistemi idrici cittadini che forniscono l’acqua potabile o disperse nell’aria che respiriamo.

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Cosa possiamo fare, nel nostro piccolo, per ridurre l’impatto che la plastica ha sul nostro ambiente?

La risposta è semplice: considerare prodotti alternativi alla plastica, evitare, ove possibile, di acquistare prodotti composti da plastiche non riciclabili e smaltirle correttamente.

Come sappiamo, la plastica non è un materiale biodegradabile: può resistere nell’ambiente per centinaia di anni e la sua degradazione produce sostanze e gas tossici per l’ambiente. Affinché il riciclo della plastica avvenga in maniera corretta è opportuno fare attenzione al tipo di plastica che vogliamo riciclare. Non tutte le tipologie di plastica, infatti, sono riciclabili.

Riciclo della plastica: quali tipologie sono riciclabili?

simboli plastica riciclabile

Le tipologie di plastica riciclabile sono individuabili tramite un codice preciso presente sulla confezione del prodotto:

  • PET
  • HDPE
  • PVC
  • LDPE
  • PP (polipropilene)
  • PS (polistirene)

Quello con cui avrai maggiore familiarità è sicuramente il PET. Questa è la tipologia utilizzata prevalentemente nella produzione di bottiglie le quali si prestano facilmente al processo di riciclo della plastica.

In generale è possibile riciclare tutti i contenitori che recano le sigle PE, PET e PVC, gli imballaggi, le bottiglie per bevande, i flaconi come quelli dello shampoo e del bagnoschiuma, dei detersivi, le confezioni per alimenti, il polistirolo espanso degli imballaggi, la plastica in pellicola, ecc.

Quali sono le tipologie che NON si prestano al riciclo della plastica?

Non sono riciclabili tutti i prodotti di plastica sprovvisti delle sigle sopra citate, riportanti il numero 7, e i contenitori che presentano residui di materiali organici (es.: cibi) o di sostanze pericolose (vernici, colle, etc.).

Quando smaltisci i contenitori o gli imballaggi, assicurati di aver rimosso il loro contenuto (quando non si tratta di sostanze pericolose) e di pressarli per diminuirne il volume: questo consentirà di eliminare le sostanze chimiche contenute al loro interno e di ridurre i costi dello smaltimento. Anche piatti e bicchieri usa e getta sono riciclabili, pertanto non devono più essere buttati nella raccolta indifferenziata ma nei contenitori appositi per il riciclo della plastica.

Oltre a riciclare la plastica che utilizziamo, è bene considerare l’idea di acquistare prodotti alternativi (quando possibile) che non siano composti da plastica.

Alternative attrezzi cucina senza plastica

Una buona alternativa al consumo di acqua in bottiglia, ad esempio, è quella di acquistare una caraffa filtrante per consumare l’acqua del rubinetto in tutta sicurezza, o banalmente, ricorrere alle bottiglie di vetro.

In alternativa, invece, alla famosa e largamente utilizzata pellicola in plastica per alimenti, optare per l’acquisto del panno di cera d’api, lavabile, riutilizzabile e totalmente sicuro quando a contatto con i nostri cibi.

In conclusione…

La plastica ha contribuito a modellare il mondo così come lo conosciamo. È bene che il suo utilizzo non venga demonizzato e che si prenda in considerazione l’attuale insostituibilità di questo materiale in innumerevoli applicazioni. Appare di fondamentale importanza però, di fronte alla grave situazione di inquinamento ambientale di cui dobbiamo ritenerci responsabili, ampliare gli orizzonti del discorso mettendone in evidenza alcuni punti principali:

  • Potenziare gli impianti di riciclaggio: In Italia gli impianti di trattamento dei rifiuti sono insufficienti e perlopiù ubicati al Nord.
  • Promuovere l’utilizzo di plastica riciclata.
  • Progettare imballaggi 100% riciclabili con le tecnologie meccaniche disponibili.
  • Studiare nuove tecnologie di riciclo.
  • Promuovere importanti campagne di educazione ambientale mirate a sensibilizzare i cittadini e le nuove generazioni sulla tutela dell’ambiente e la corretta gestione dei rifiuti.

Questi accorgimenti ci permetteranno di ridurre l’impatto ambientale della plastica e di costruire insieme un futuro più sostenibile per il nostro Pianeta.